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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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martedì 29 novembre 2011

Enzo Mari,zuccheriera Java, produz. Danese



Dopo studi all’Accademia di Brera ed un primo periodo in cui è l’arte al centro dei suoi interessi con indagini di psicologia della visione sul rapporto tra spazio, forma e ambiente, Enzo Mari approda alla Rinascente, dove si occupa dell’allestimento delle vetrine e disegna oggettistica da regalo. Nel 1958  Munari parla di lui a Bruno Danese e l’incontro è subito felice. Da allora Mari progetterà per la Danese circa 100 prodotti. Come avrà modo di annotare recentemente lo stesso Mari sul suo rapporto con Bruno Danese, lui che non è certo mai stato prodigo di complimenti sul mondo del design: “tra di noi non esiste alcun patto scritto oltre a quello inerente ai diritti d’autore sui modelli realizzati, ma di fatto sono il consigliere, l’art director, il grafico, l’allestitore, il redattore... Nei quarant’anni successivi non ho più incontrato un imprenditore di tale intensa qualità”. Dal canto suo, Danese ricordando il complesso rapporto che lo ha legato a Mari e le discussioni di progetto che potevano durare ininterrottamente dalle 9 di mattina alle 2 di notte, durante le quali Mari vivisezionava ogni aspetto del prodotto fino alle sue più sottili conseguenze di mercato, lo riconoscerà come: “un grandissimo creativo con un carattere davvero complesso ma che ha dato alla Danese oggetti e prodotti fondamentali per più di una generazione”.


«Mentre gli altri componenti della zuccheriera li avrebbe stampati una macchina, quel piccolo perno sarebbe stato inserito a mano da un operaio… Disegnare quel perno significava costringere loperaio a ripetere lo stesso gesto, ossessivamente, mille volte al giorno… Cerco un’alternativa possibile e la trovo, progettando una nuova cerniera, con tanto di brevetto d’invenzione di primo livello».

da Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, 1° ediz., pg.57-58

1969 - 1970
Anche qualcosa di semplice come un contenitore per lo zucchero può essere una sfida importante per un designer. La zuccheriera Java, realizzata in melammina bianca, costituita da un cilindro basso con un lato angolare. La funzionalità dell’oggetto si risolve attorno al fulcro “cerniera-maniglia”. Questo assommarsi di funzioni ha reso piu economico l’oggetto, mediante l’eliminazione di passaggi costruttivi. Il coperchio funziona ad incastro e viene aperto con un solo gesto di     pollice e indice. Alla prima versione in pvc segue quella definitiva in melammina.




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