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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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domenica 25 dicembre 2011

Bruno Munari, Artista e designer, ediz. Laterza, Bari....


Artista e designer
Artista o Designer?
Con questo interrogativo Bruno Munari  introduce l’argomento con una “tavola rotonda” immaginaria, intorno alla quale risiedono i massimi pensatori, filosofi, scienziati, artisti, di varie epoche, da Freud a Picasso, da Kant a Mao Tse-Tung, dove ognuno esprime la propria opinione. Vengono esposti vari temi, inizialmente ci si interroga sulla possibilità di definire la bellezza, e le risposte alle tematiche variano da quella di Leon Battista Alberti che dice:
“La Bellezza è l’armonia tra tutte le membra su un complesso di cui fanno parte, fondata su una legge precisa, in modo che non si possa aggiungere o togliere, o cambiar nulla se non in peggio.” Mentre Schelling dirà che: ” La Bellezza è la percezione dell’infinito nel finito.”
Per poi interrogarsi sulla definizione dell’arte, dove figure come Hegel, Degas, Marinetti, Freud, espongono il loro pensiero. Munari non formula alcun giudizio finale al dibattito, lasciando al lettore la possibilità di interpretare le opinioni dei partecipanti a proprio piacere. 

Leggendo il libro emergono con precisione gli interrogativi che si è posto Munari, e sui quali ruota l’intero libro. Il designer progetta secondo l’aspirazione? Il designer e l’artista hanno un comune metodo progettuale? Esistono affinità nel’operare di un artista e di un designer? Pura arte commerciale o designer?
Il designer afferma Munari, non dovrebbe avere uno stile personale ma inventarne di differenti a seconda di quello che vorrebbe comunicare. A differenza dell’artista, che deve essere riconosciuto tramite il suo stile, gli obiettivi del designer sono capire la qualità del prodotto e trovare un’immagine che comunichi quella qualità. Munari scrive: "Mentre l'artista, se deve progettare un oggetto d'uso lo fa nel suo stile, il designer non ha stile alcuno e la forma finale dei suoi oggetti è il risultato logico di una progettazione che si propone di risolvere nel modo ottimale tutte le componenti di un problema progettuale.".
(Bruno Munari, Artista e designer, ediz. GLF Editori Laterza, Bari, VII ediz., Maggio 201o, pag. 28).
A differenza dell'artista, che è vincolato dal suo stile, un buon designer cerca di progettare oggetti che oltre ad avere una bella forma estetica rispondano soprattutto bene alla loro funzionalità. L'artista opera soprattutto in maniera soggettiva, preoccupandosi di mostrare la propria "artisticità", creando opere.
"Il designer non si occupa di pezzi unici e non ha categorie artistiche nelle quali catalogare la sua produzione.. Qualunque problema, sia che si tratti di progettare un bicchiere o un edificio residenziale, ha la stessa importanza. Il designer non ha una visione personale del mondo, nel senso artistico, ma ha un metodo per affrontare i vari problemi di progettazione.". 
(Bruno Munariop. cit., pag. 31). 
Munari scrive:
“Quando un’arista progetta un soggetto a funzione pratica come ad esempio questo letto, si preoccupa soprattutto di costruire qualcosa nel suo stile personale con tutta la fantasia possibile. Thomas Simpson è l’autore di questo letto che è stato esposto in un museo a New York. Si tratta però sempre di un pezzo unico fatto a mano, dipinto con colori acrilici su struttura di legno.

Quando un designer deve progettare qualcosa non lo fa nel suo stile (che non ha). Questo è un letto per neonati, pieghevole e trasportabile, di cartone leggero; può servire per far dormire un neonato su un prato senza che prenda umidità dalla terra. E’ prodotto in serie, costa poco e tutti lo possono comperare.” .(Bruno Munariop. cit., pp. 50-51). 

Secondo Munari quindi, lo "Stile" vincola l'artista e non lo lascia libero di sperimentare e seguire "stili" diversi. Ad oggi il commercio dell'arte vende un prodotto se quel prodotto mantiene delle costanti, ovvero se quello "stile" non cambia.


Quindi, secondo Munari,  l'artista e il designer operano in maniera completamente diversa e agiscono diversamente nelle stesse situazioni. Mentre il primo usa la fantasia per creare il suo quadro o la sua scultura, il designer agisce usando la sua creatività per risolvere i problemi legati alla progettazione. La definizione di Munari sulla fantasia e sulla creatività fanno capire come sia diverso il "metodo" che hanno le due figure. 
Munari scrive: " Il metodo progettuale, non è altro che una serie di operazioni necessarie, disposte in un ordine logico dettato dall'esperienza. Il suo scopo è quello di giungere al massimo risultato col minimo sforzo. (...) Anche nel campo del Design non è bene progettare senza metodo, pensare in modo artistico senza cercando subito un'idea senza prima aver fatto una ricerca per documentarsi su ciò che è già stato fatto di simile a quello che si deve progettare; senza precisarne bene l'esatta funzione." Quindi per Munari: " la Creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo: in questo modo si fa solo della confusione e si illudono i giovani a sentirsi artisti liberi e indipendenti. La serie di operazioni del metodo progettuale è fatta di valori oggettivi che diventano strumenti operativi nelle mani di progettisti creativi."
(Bruno Munari, Da cosa nasce cosa,  ediz. GLF Laterza, XIV ediz., Bari, 2009, pp. 16-17).

Riferimenti bibliografici: 
Bruno Munari, Artista e designer, ediz. GLF Editori Laterza, Bari, VII ediz., Maggio 201o.
Bruno Munari, Da cosa nasce cosa,  ediz. GLF Laterza, XIV ediz.,Bari, 2009

Link di riferimento: