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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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mercoledì 23 novembre 2011

E.M. vaso Camicia, produz. Danese, 1961

Fondata alla fine degli anni ’50 da Bruno Danese e Jaqueline Vodoz, con la collaborazione di alcuni artisti-designer; l’attività Danese inizia come un laboratorio artigianale per la produzione e la vendita di oggetti “unici”, “pezzi d’artista”, nel settore dei complementi d’arredo. Dopo un periodo di attività decentrata, Danese Milano apre la propria struttura espositiva in Piazza San Fedele: lo spazio è concepito non come semplice negozio ma come una vera galleria d’arte dove si succedono importanti mostre che esplorano “i possibili campi di intervento degli artisti sul problema dell’oggetto d’uso”. Significativo è l’incontro di Danese nel 1958 con due grandi designer, Bruno Munari e Enzo Mari, che segna il passaggio da una produzione di oggetti unici a una produzione in serie: nasce cosi una nuova collezione di oggetti per la casa non più solo esclusivamente indirizzati ad un mercato elitario. Danese è un vero e proprio “laboratorio sperimentale” per l’ideazione e la produzione di oggetti per la serie.
“Nel 1958 Bruno Munari parla di me a Bruno Danese, che viene a trovarmi. Sintonia immediata: è un giovane della mia età, curioso, appassionato. S’innamora al primo sguardo del Gioco dei 16 animali e dei frutti delle mie ricerche artistiche, di cui diventa collezionista. E’ grazie a quell’incontro fortunato che la mia vocazione ha la possibilità di esprimersi, e tramutarsi in un lavoro a tempo pieno: per Danese, dall’inizio degli anni Sessanta ai Settanta, sviluppo una sessantina di progetti messi regolarmente in commercio. Mezzo secolo dopo, una decina lo sono ancora e c’è chi li considera dei classici.“
Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011,1° ediz.,pg 52
79 anni, 4 Compassi d’Oro e più di 1500 oggetti di design realizzati nella sua carriera di designer. Qualcuno lo ha definito “la coscienza di tutti noi, la coscienza dei designers”.
Enzo Mari è un teorico della progettazione industriale con l’etica come obiettivo del progetto. L’aspetto funzionale degli oggetti, l’efficienza delle prestazioni, la ricerca in campo di materiali e lavorazioni, sono i suoi principi base. Dopo la formazione all’Accademia di Brera inizia un progetto di ricerca che spazia dagli studi sulla percezione visiva (è tra gli esponenti dell’Arte Programmata e Cinetica), alla grafica e all’architettura. Contemporaneamente si dedica all’attività nascente del disegno industriale, presentando il suo primo progetto al brand Danese nel 1958. Un’attività di ricerca e progettazione per cui gli sono stati conferiti vari premi, tra i quali, i Compasso d’Oro.
Il Vaso Camicia, produzione Danese, 1961
Semplicissimo nella concezione ma di grande effetto, il vaso da fiori Camicia nasce nel 1961 ed è ancora sorprendentemente moderno.
L’autore del progetto è
Enzo Mari, da sempre legato da uno stretto sodalizio al brand Danese, che tuttora conserva in catalogo questo elegante complemento d’arredo. Di forme asciutte e essenziali, il vaso si compone di un duplice elemento: un cilindro di alluminio anodizzato opaco, senza fondo, sostiene e avvolge un contenitore di vetro trasparente. Il rivestimento esterno in metallo presenta un taglio verticale a tutta altezza che lascia intravvedere sul un lato il recipiente interno, e può così mostrare interamente i fiori collocati nel vaso.
Più di cinquant’anni ci separano dalla fondazione del marchio Danese. Lo scorrere del tempo ha generato un catalogo complesso e raro, tra innumerevoli prodotti, molteplici funzioni d’uso, passando attraverso l’ampiezza della scala dimensionale, l’eterogeneità dei materiali e la presenza di un corposo catalogo luce.
Nel 2010 Danese ha deciso perciò di partire dall’analisi di questo enorme database per inventare nuove strategie e vagliare inesplorati campi di ricerca.
Il vaso Camicia nel progetto “WASTE.NOT” di Danese.
WASTE.NOT nasce da un’utopia necessaria: credere di poter dare nuova vita alle risorse di materiale, energia e pensiero già prodotte e che devono essere conservate. La ricombinazione dei geni formali e funzionali propri del marchio rendono possibile la salvaguardia della sua ‘biodiversità’ oggettuale, generando nuovi ibridi o, chissà, chimere. Piccoli mostri di origine divina che propongono nuove funzioni estetiche e d’uso: create ‘ad arte’ traendo spunto dai bisogni e dalle utopie della vita quotidiana, esse si sviluppano in un processo continuo di ibridazione che coinvolge non solo i comportamenti umani ma anche la vita vegetale e quella animale.
WASTE.NOT non parla di “riciclaggio”, come trasformazione dello scarto per ricavare nuove materie prime, ma di “ricombinazione” dell’esistente in artefatti rifunzionalizzati, in grado, così, di acquisire nuova vita e nuova funzione grazie ad una manipolazione pratica e intellettuale.
Posacenere riconvertiti in microgiardini, appendiabiti che diventano trofei anti-caccia, librerie che si trasformano in orti domestici.
Horti & Horti - orto domestico prodotto ricombinato da: Marcello Pirovano
Contiene parti dei seguenti prodotti Danese:
H&H, libreria, Paolo Rizzatto, 2007
Camicia, vaso, Enzo Mari, 1961
Scomparto, contenitore raccolta differenziata, Enzo Mari, 2001
Koro, cestino, Enzo Mari, 1977
materiali: metallo verniciato fotocatalitico, ABS, vetro / colore: verde, bianco, nero, opalino