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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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martedì 22 novembre 2011

E.M. Olivetti


"Simple is beautiful"
La prima scritta "Olivetti" in corsivo e in lettere dorate secondo il gusto dell'epoca, rispetta le indicazioni date dallo stesso fondatore, Camillo Olivetti.

Costituita nel 1908 come "prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere", fin dagli inizi l'Olivetti si distingue per l'attenzione alla tecnologia e all'innovazione, la cura del design, la presenza internazionale, la sensibilità verso gli aspetti sociali del lavoro.
Questi caratteri sono impressi dal fondatore Camillo Olivetti e dal figlio Adriano, che trasforma l'azienda familiare in un moderno gruppo industriale.
Conquistate posizioni di leadership mondiale nei prodotti meccanici per ufficio, già negli anni '50 l'Olivetti investe nella tecnologia elettronica con importanti risultati. La scomparsa di Adriano Olivetti (1960) e il peso degli investimenti rallentano la transizione verso l'elettronica; ma nel 1978 esce la prima macchina per scrivere elettronica a livello mondiale e nel 1982 il primo PC professionale europeo.
Negli anni '80, sostenuto da una vasta rete di accordi e alleanze, accelera lo sviluppo nell'informatica e nei sistemi. La progressiva riduzione dei margini di redditività d
el business informatico e i nuovi sviluppo delle telecomunicazioni, negli anni '90 spingono l'Olivetti spostare il baricentro verso questo settore, dapprima creando Omnitel (1990) eInfostrada (1995) e poi acquisendo il controllo di Telecom Italia (1999), con la quale si fonde nel 2003.
L'attuale Olivetti, controllata da Telecom Italia, mantiene viva la tradizione della società nei settori del personal printing, dei fax, dell'automazione dei giochi e del ticketing.
Il progetto di E. Sottsass e i mobili della Serie 45 di Olivetti Synthesis

"La serie 45 può essere considerata come uno dei più completi sistemi per ufficio oggi sul merc
ato. Comprende una serie di attrezzature per la famiglia delle macchine elettroniche Olivetti, un pacchetto complessivo di mobili per ufficio (tavoli, scrivanie, sedie impilabili, basi, cassettiere) ed un assortimento di accessori che vanno dal portaombrelli ai supporti per il telefono. Si tratta di un completo e consistente vocabolario di arredo per uffici innovativo al punto di essere muto nel
design, ma spiritoso in alcuni dettagli e raffinato e rigoroso nell'uso del colore. E' anche raccomandabile per il suo prezzo".
Con queste parole nel '73 Alastair Best commentava sul n.289 della rivista Design la nuova serie di mobiili e attrezzature per ufficio presentata dalla Olivetti Synthesis, società del Gruppo Olivetti specializzata in questo settore.
Il carattere qualificante nella progettazione della Serie 45 probabilmente risiedeva nella ricerca di soluzioni
sempre più razionali per l'arredamento degli ambienti d'ufficio; ricerca ispirata e guidata nei primi anni '70 da Ettore Sottsass, con la collaborazione di diversi designer, da Perry King ad Albert Leclerc, da Bruno Scagliola a Tiger Umeda e Jane Young.
Il progetto di Sottsass (1917-200
7) non era improvvisato. Fin dal 1958 questo grande designer aveva avviato con l'Olivetti una fruttuosa collaborazione che nel 1959 si era tradotta nel design dell'Elea 9003, il primo elaboratore elettronico italiano.
Nei primi anni '60 Roberto Olivetti gli aveva proposto di entrare in azienda, ma Sottsass, spirito irrequieto e libero, aveva rifiutato e controproposto una diversa soluzione: creare due gruppi di design, uno interno all'azienda formato da dipendenti e anche da collaboratori di Sottsass, l'altro collocato nello studio di Sottsass dove operavano vari designer, come lui indipendenti, ma dove erano distaccati anche alcuni tecnici dell'Olivetti. I due gruppi avrebbero avuto ruoli diversi: il primo più legato alle esigenze aziendali di produzione e vendita del prodotto, il secondo più libero e capace di una visione allargata all'intera immagine aziendale. Più tardi, in uno scritto del '79, lo stesso Sottsass spiegava la logica di questa inconsueta struttura: " Per tradizione nelle industrie (...) i problemi del design sono gestiti dal marketing, cioè dalla gente responsabile di vendere i prodotti. (...) E' logico che tutti gli allettamenti, i profumi, i fischietti, i campanelli, tutte le tecniche persuasive che si possono inventare per rendere vendibili i prodotti siano studiate e messe a disposizione delle persone cosiddette di marketing. Tra queste tecniche persuasive il design sembra essere una delle più persuasive. (...) Se invece di ha un'altra visione del ruolo del design per la quale il design non si esaurisce nella progettazione di un qualsiasi alibi estetico per uno o per cento prodotti di un'industria, ma si configura come momento di partecipazione più vasta al progetto dell'immagine, forma e figurazione dell'intera industria in quanto evento pubblico, allora la posizione degli studi di design non può più stare dove si specula sul mercato, ma deve esse
re dentro la zona dove si specula sul ruolo globale dell'industria ".
Con questa visione del ruolo del design Sottsass maturò l'idea di costruire uno schema generale di riferimento dimensionale che potesse essere utilizzato per qualsiasi prodotto per ufficio; la soluzione venne identificata nella costruzione di una specie di griglia strutturale che avrebbe dovuto essere in grado di contenere e integrare i volumi tecnici delle varie apparecchiature elettroniche. Questa impostazione per le apparecchiature elettroniche ebbe scarso successo, ma quando la stessa idea venne trasferita all'ambito dei mobili per ufficio le cose andarono molto meglio e il progetto risultò vincente. L'idea di fondo era quella di un modulo tridimensionale su cui dimensionare sia mobili che gli arredi per l'ufficio, avendo presenti anche gli spazi dedicati alle macchine, ai telefoni e agli altri oggetti che sui mobili di un ufficio devono trovare posto. Nel modulo pensato da Sottsass la misura di 45 centimetri rappresentava un riferimento base; da qui, la denominazione di "Serie 45".
La singolarità del progetto di Sottsass sta nella semplicità della linea dei mobili e degli arredi; linea ispirata a criteri di funzionalità e modularità e quindi per nulla trasgressiva, a differenza di quanto emerge invece da tanti progetti sviluppati da Sottsass nel campo dei mobili e dell'arredamento.Pensiamo non solo all'esperienza straordinaria dei mobili progettati dal gruppo Memphis, ma per esempio, ai mobili preparati per la mostra "Italy, the new domestic landscape" al Moma di New York nel 1972: contenitori in fibra di vetro montati su rotelle, pronti per essere spostati da un luogo all'altro della casa e per essere aggregati in vario modo in funzione degli spazi disponibili e delle esigenze delle persone in quel momento. Mobili, come lo stesso Sottsass scrive, di "forma non graziosa, ma un pò brutale, anche un pò trasandata"...."mobili messi su ruote molto scorrevoli, in modo che anche un bambino li possa spostare facilmente dove gli pare e piace".
La Serie 45 ha comunque qualcosa in comune con questo approccio del design: all'eleganza delle forme e alla ricchezza dei materiali impiegati vengono anche per questi mobili preferite la semplicità delle forme e la modularità che consente di realizzare e modificare a piacere le composizioni dell'arredamento, con la scelta tra diversi colori e la possibilità di aggiungere comunque un tocco personale ricorrendo a qualcuno dei molti arredi complementari. Mobili per tutti gli uffici, dunque, che non si differenziano in funzione delle "gerarchie" aziendali, ma in funzione delle diverse necessità operative dell'utente.

La Serie 45 è articolata in oltre 100 componenti che consentono un'ampia varietà delle forme: tavoli e scrivanie di diverse dimensioni, tavolini per calcolatrici e macchine da scrivere, sedie, cassettiere fisse o su rotelle, armadi e classificatori verticali, pannelli divisori snodabili per l'arredamento degli uffici "open space", numerosi accessori da tavolo o da pavimento (portamantelli, portaombrelli, cestini per la carte, vaschette portadocumenti, portaoggetti, mensole reggitelefono, posacenere, ecc.).
Come scrive Enrico Morteo nel catalogo della mostra "Olivetti, una bella società" (Allemandi & C., Torino 2008), i "grandi componenti di base sono spartani, formalmente semplici, tecnicamente elementari e molto economici. A questi si aggiungono elementi funzionali come paraventi, scaffali e cassettiere nei quali ili disegno di alcuni dettagli in plastica stampata già conferisce un maggior grado d'identità. Infine le seggiole, gli appendiabiti e i piccoli complementi da tavolo: oggetti a elevata densità formale, colorati, ironici, allegri".
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Maria Lorenza Crupi