x

cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS - http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN - http://ceciliapolidoritwicedesign.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 2 -http://ceciliapolidoritwicedesign2.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 3 - http://ceciliapolidoritwicedesign3.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 4 - http://ceciliapolidoritwicedesign4.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 5 - http://ceciliapolidoritwicedesign5.blogspot.it

c p English version

c p English version
c p English version

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori
capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

Visualizzazioni totali

Cerca nel blog

giovedì 24 novembre 2011

E.M. Arte cinetica e programmata & il Gruppo T


“Per rendere più lineari i risultati delle mie ricerche, ne organizzo in modo sistematico le fasi: il concetto di programma diventa prima l’asse portante, poi l’obiettivo finale del mio lavoro. Sto parlando di quel tipo d’indagini che vanno sotto il nome di Arte Programmata”.
Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano,marzo 2011, 1°ediz., cap. V, PAG. 41
Negli anni sessanta, nel mondo dell’arte si sentì la necessità di trovare nuove strade espressive, che determinassero un nuovo ruolo dell'arte e dell'artista sia riguardo la scienza, i suoi metodi e la tecnologia, sia riguardo le so
cietà, che in quegli anni stava affrontando un profondo cambiamento culturale. Gli artisti riscoprirono così le teorie delle avanguardie storiche, e si proposero di riportare avanti il discorso dove esse l’avevano lasciato. Si rivalutarono così le poetiche del Futurismo e del Dadaismo, del Costruttivismo, di De Stijl, del Concretiamo e della Bauhaus. Si formò una visione profondamente critica del mercato dell’arte e del commercio delle opere e si pensò che un’alternativa potesse essere la moltiplicazione a basso costo delle opere, per farne crollare il prezzo.
La vera nascita di questo movimento si può individuare nel 1952, quando l’artista Bruno Munari scrive il "Manifesto del macchinismo".

L’artista deve "distrarre le macchine dal loro funzionamento razionale, e deve farle diventare macchine "inutili".

Negli Stati Uniti l’arte cinetica e programmata viene ribattezzata Op art, ovvero optical art, ed in questo momento raggiunge il suo momento di fama più importante. Da allora in poi inizia per questo movimento artistico la parabola discendente. Proprio la sua fama è stata la causa della sua fine, poiché l’arte cinetica era diventata troppo famosa e quindi troppo banalizzata. Inoltre all’epoca stava diffondendosi ovunque la Pop art americana, che rispetto all’arte cinetica e programmata non affrontava nessun tipo di critica al sistema dell’arte, anzi, lo sfruttava fino alla conquista di tutto il mondo artistico. Il mercato alla fine vinse sugli ideali.
L’arte cinetica produce opere che sono aperte e programmate, nelle quali il movimento è fondamentale. Il moto in tali opere può essere reale, con l’apporto di meccanismi, oppure illusorio e ottico, ottenuto tramite effetti di luce. L’opera d’arte programmata ha un suo ritmo, che idealmente può anche ripetersi all’infinito. In questo tipo di opere è fondamentale il coinvolgimento psicologico dello spettatore.
Attraverso la padronanza della scienza e della tecnologia l’arte programmata studiava la percezione umana e poteva quindi analizzare la realtà in maniera straordinaria.

La "programmazione" dell’opera dev’essere totale e controllata, non è più un’arte basata sul gesto, sulla materia, sul bisogno di espressione dell’Io, tutto questo era considerato passato. L’opera era invece considerata come un processo razionale, da controllare e da comunicare con scrupolosità. L’arte doveva avere una matrice sperimentale, costruire modelli da sottoporre a verifica empirica. La comunicazione era chiara, geometrica ed essenziale. L’opera deve stimolare la percezione visiva, renderla attiva.
E soprattutto, una delle grandi intuizioni dell’arte programmata è quella di volere un artista che non sia più un romantico irrazionale ed istintivo, ma piuttosto un operatore culturale che lavora in squadra insieme a tecnici e scienziati, un attivista politico che sappia coniugare l’arte con la società.
Acune Opere Significative dell'Arte Programmata:
Meta-matic di Jean Tinguely (1959).

Un esempio straordinario della poetica dell’artista che ha sempre coniugato l’arte delle macchine e della cinetica con l’ironia. Meta-matic, che ebbe un grande successo in mostra a Parigi, è una macchina a gettoni che dipinge quadri automaticamente. L’interazione del pubblico era fondamentale, poiché lo spettatore doveva prima procurarsi i gettoni alla biglietteria, poi poteva personalmente mettere in moto l’opera d’arte. I gettoni erano personalizzati e "coniati" Tinguely da un lato e Meta-matic dall’altro. Il fruitore dell’opera inoltre poteva scegliere il colore del pennarello che sarebbe stato applicato sul braccio meccanico di questo straordinario congegno. Una volta inserita la moneta la macchina cominciava a muoversi e dipingeva la tela bianca che era posta nell’apposito stativo. Produceva così un quadro astratto informale monocolore che rimaneva proprietà dello spettatore. Tutti i quadri fatti dalla macchina venivano infine giudicati da una giuria di prim’ordine, con tanto di premio per il quadro vincitore. Tra i giurati era presente anche Hans Arp. Un’opera metalinguistica, interattiva, cinetica che da il via ad una performance che critica in modo beffardo tutto il sistema dell’arte.
Architettura cacogoniometrica di Gianni Colombo.

In questo environment d’artista ci troviamo di fronte un insieme di colonne storte che fanno vacillare il nostro senso dell’equilibrio e alterano la nostra percezione dello spazio. Rientrano in questa serie di ambienti anche i pavimenti, che l’artista inclina in vari modi spiazzando il fruitore dell’opera che viene chiamato ad attraversarli. Queste architetture sono dette cacogoniometriche perché l’artista ha preso due termini: kakos (brutto, difforme) e gonios (angolo) intendendo che la sua poetica consisteva nell’usare angoli che non fossero mai perpendicolari o paralleli, ma sempre acuti o ottusi.
Proiezione di diapositive a luce polarizzata di Bruno Munari
In quest’opera è di primaria importanza la stimolazione visiva dello spettatore che sperimenta nuovi effetti di luce e colori che nel mondo dell’arte non si erano mai visti.
E’ la nascita dell’arte programmata ottica, che sperimenta nuovi materiali e nuove tecnologie per creare un nuovo tipo di estetica. Bruno Munari è uno degli autori che ha sempre cercato di usare materiali alternativi e leggeri come la plastica o innovativi come il metallo verniciato. La sua poetica risente delle teorie futuriste, corrente alla quale l’artista aderito in giovane età.

Bibliografia:
L'ultima avanguardia. Arte programmata e cinetica 1953/1963 di Lea Vergine, catalogo della mostra, Mazzotta, Milano, 1984 Filiberto Menna;
Torino 70 Arte programmata, catalogo della mostra, Milano, 1962;
La linea analitica dell’arte moderna, Einaudi, Torino 1983;
F.Popper, L'arte cinetica, Einaudi
Rudolph Arnheim, Art and visual perception, a psicology of the creative eye, 1954;
Alexander Alberro, Blake Stimson, Conceptual art, a critical antology, 1999
Webliografia:
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Arte_cinetica_e_programmata
http://www.babelearte.it/glossario.asp?id=149
http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/artecinetica.html
http://www.italica,rai.it/galleria/zoom/cinetica.htm
http://www.artelab.it/cultura/enciclopedia/correnti/artecinetica/corpo.htm
http://www.marcolla.it/glossario/a/arte cinetica.htm
Bibliografia immagini:
http://binat.wordpress.com/2008/07/27/22-arte-cineticaprogrammata/
http://mondo-blogo.blogspot.com/search?q=bruno+munari
http://www.ocula.it/blog/498
http://www,italica.rai.it/scheda.php?scheda=munari munari&cat=biografie
http://www.munarat.org/index.php?p=15
http://www.teknemedia.net/magazine_detail.html?mId=6190
http://www.giuseppeborsoi.it/2008/12/14/e´alberto-biasi-la-star-della-collettiva-sull´arte-cinetica-a-mel-bl/
http://www.antoniobarrese.it/ITA/Storiche.php
http://unlimitedmatera.wordpress.com/2011/07/08/bruno-munari-al-museo-del-novecento/
http://www.wikideep.it/cat/movimenti-artistici/arte-cinetica/
http://www.comune.torino.it/contemporarytorinopiemonte/mostre.shtml
http://www.art-bit.net/community/blog/davide-boriani-arte-cinetica-programmata-interattiva

" Non ero il solo a muovermi in quella direzione. Nel 1959 nasce a Milano Il Gruppo T, composto da cinque studenti dell'Accademia di Brera (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele De Vecchi, Gianni Colombo, Grazia Varisco), di una decina d'anni più giovane di me, che affrontano le tematiche dell'Arte Programmata."

Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano,marzo 2011, 1°ediz., cap. V, PAG. 43

Il Gruppo T fu tra i più importanti gruppi di Arte cinetica e programmata in Italia;

si definì come Gruppo T, riferendosi al concetto di tempo, come nuova variabile del divenire in una dimensione spazio temporale, che coinvolge completamente il fruitore.

Il Gruppo T fu particolarmente critico e severo verso il concetto di espressività oggettiva, che connota e riassume l’atteggiamento conservatorista dell’arte tradizionale, che rinnega : l’intento del gruppo è di sdoganare l’arte proponendo un nuovo rapporto tra opera ed osservatore, che trascenda i limiti e le direttive imposte dalle tecniche tradizionali, per guidare, orientare e coinvolgere completamente il fruitore dell’opera verso un’esperienza soggettiva multisensoriale.
E’ possibile identificare due differenti percorsi della sperimentazione artistica del gruppo: una fase iniziale, contrassegnata dall’ideazione di pioneristici lavori cinetici e programmati, ed una successiva fase, che ha inzio dal 1964 circa, attraverso la riproduzione di ambienti immersivi ed interattivi.
Il gruppo T produce opere aperte, in cui il significato artistico della creazione può essere compreso dal fruitore soltanto attraverso un’esperienza di completa partecipazione(l’opera aperta legittima il fruitore ad intervenire e necessita di un intervento da parte dell’osservatore, che diventa agente e fruitore attivo dell’opera stessa); ambienti immersivi e interattivi, finalizzati a modificare le aspettative del fruitore, alterandone la percezione con trucchi illusori ed ingannevoli percezioni, per rendere l’opera totalmente imprevedibile e destare una sensazione di estraniamento e di spaesamento nel fruitore.
Bibliografia:
Meloni L., Gli ambienti del Gruppo T: arte immersiva, arte interattiva, Silvana editoriale, Milano, 2004
Meloni L., L’opera partecipata, Rubettino, Catanzaro, 2000
Eco U., Opera aperta, Bompiani, Milano, 1962
Calvesi M., Le due avanguardie - dal Futurismo alla Pop art, Lerici editori, 1966
Dorfles G., Il divenire delle arti, Einaudi, Torino, 1967
Crispolti E., Ricerche dopo l'Informale, Officina Edizioni, Roma 1968.
Dragone P., L'arte Programmata, a.c. di, in AA. VV., Ricerche visuali dopo il 1945 - Corso di Storia della critica d'arte, prof. Marisa Dalai Emiliani, Unicopli - Cuem, Milano 1978
Fiorani, E, Leggere i materiali, Lupetti Ed., Milano, 2000
Webliografia:
http://www.art-bit.net/community/blog/davide-boriani-arte-cinetica-programmata-interattiva
http://www.lumen.nu/rekveld/wp/?p=724
http://www.galerija-rigo.hr/?w=izlozbe&d=arhiva&g=8&c=6&id=57
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=File:Gianni_Colombo,_Topoestesia,_1977.jpg
Bibliografia Immagini:
http://www.luxflux.net/n18/recensioni3.htm
http://www.artonweb.it/arteartonweb/articolo5.htm
http://www.davideboriani.com
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Gruppo_T
http://www.gabrieledevecchi.it/opera.php?idO=3#
http://www.gabrieledevecchi.it/opera.php?idO=10