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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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lunedì 21 novembre 2011

E.M. Max Bill


Ritratto di M. Bill
''Nel 1959, viene pubblicata una piccola monografia su di me (...), con contributi di Max Bill...''
(Enzo MARI, 25 Modi per piantare un chiodo pag 42, edizione MONDADORI Marzo 2011)



Max Bill e l'Arte concreta.
Max Bill è un artista della riflessione, della logica, del raziocinio e della sensibilità estetica, non solo scultore, pittore, grafico, scenografo, designer, architetto ma anche e sopratutto un teorico. Bill ha sperimentato un' arte espressa attraverso forme geometriche primarie e studi sul colore, tra estetica e matematica, ricercando «l'espressione pura della misura e della legge armonica». Trattasi quest'ultima, di ''Arte Concreta'' che nel filone geometrico si distingue appunto per le forme essenziali, esse danno vita a composizioni che non sono regolate da processi matematici ma da processi puramente logici.




Max Bill: ''15 Variazioni su un tema''
''15 variazioni su un Tema'', M. Bill - 1935/36
''15 Variazioni su un tema'' è il titolo di una serie di grafiche sistematicamente sviluppate e commentate, pubblicate da M. Bill tra il 1936 e il 1938. Egli afferma che per comprendere al meglio il senso di una costruzione e di un'opera d'arte bisognerebbe almeno in parte, intuire quali metodi stiano alla base del loro sviluppo. ''Le 15 variazioni su un tema'' sono precedute da un breve commento proprio per dare un'idea complessiva di un insieme di questi metodi. In tal modo allo spettatore viene fornita la possibilità di verificare, attraverso gli esempi, i diversi risultati. Nel commento, infatti, vengono spiegate le differenti correlazioni che si possono rintracciare nel tema e nelle 15 variazioni, e che legano queste ultime tra loro. All'interno di questi confini tanto ristretti sono presenti innumerevoli possibilità di variazioni. Un unico tema-base può portare a 15 strutture completamente dissimili tra loro, per completezza, va aggiunto che  possibile sviluppare altre variazioni sullo stesso tema compresi capovolgimenti, ampliamenti, mescolanze, altri usi del colore... Questo fatto è prova immediata di come l'arte concreta racchiuda infinite possibilità, sviluppate esclusivamente a partire dalla loro realtà interna, senza tener conto di alcun sistema schematico di proporzioni. 










Max Bill: La scomposizione degli oggetti
Famiglia di 5 mezze sfere (granito nero), M.Bill - 1965/66 
''4 Mezzi cubi'', M.Bill - 1966
Il metodo di trasformare un' idea base, un tema, in forme finali espressive, definite, multiformi, spogliandole e rivestendole in modo alterno, si riversa anche nell'approccio che M. Bill ha con i volumi. La sete di novità di Bill penetra dentro gli oggetti, li scompone e ricerca il potenziale delle loro forze interne. Gli oggetti di M. Bill sono opere univoche e logiche tali da risultare verificabili a chi li guarda, al posto di una possibilità di significato, entra in gioco la possibilità della variante. Partendo da volumi semplici quali il cubo e la sfera, Bill fa le prime deduzioni tagliandoli a metà: per il cubo ci sono molte e infinite possibilità, premesso che il taglio si effettui nel punto di mezzo; per la sfera una soltanto: ogni taglio che passa dal centro produce due semisfere identiche. Per Bill, si tratta di corpi senza tempo con caratteristiche estetiche intrinseche il che vuoldire: la cosa nascosta è prima di tutto la cosa più visibile.

La Continuità, (formazione di uno
spazio infinito all'intern0 di un movimento
infinito); M.Bill - 1946/82
(rame dorato h: 41cm)
Il concetto di nastro infinito
Bill si dedicò per 50 anni a un gruppo di opere basate sul concetto di nastro infinito. La prima versione risale agli inizi della sua attività e l'ultima invece la portò a termine nel 1986: ''La  Continuità'', posta davanti alla Deutsche Bank di Francoforte. E' lo stesso Bill a scrivere:''Mi si assegnò il compito di progettare un elemento dinamico e composto da un istallazione statica fatta di fili metallici incandescenti, esposti in una casa modello fornita al suo interno di ogni tipo di impianti elettrici''. 
Concetto del nastro di Moebius
Non fu dalla matematica, ma da un esperimento, che Bill arrivò al nastro di Moebius (una delle creazioni matematiche più entusiasmanti di tutti i tempi, esso è un esempio di superficie non orientabile e di superficie rigata). Ma anche se a livello teorico il nastro di Bill era identico a quello di Moebius, in realtà egli aveva in mente un concetto diverso che si allontanava dal carattere scientifico - matematico e si avvicinava a quello puramente estetico. Le superfici di Bill hanno caratteristiche tanto disorientanti quanto affascinanti, ma tuttavia sono composte da una superficie precisa e definita. Le sue opere dunque, risultano essere espressioni visibili di una mutata comprensione del mondo, si tratta di una lettura che penetra nella struttura interna e nel significato intrinseco degli oggetti.


Max Bill : La pittura


 
 (Un' esempio di serigrafia, Max Bill 1967)


Il tema delle varianti torna anche nella pittura di Bill: l'organizzazione interna ai suoi quadri doveva rimanere leggibile, ma al tempo stesso permettere la possibilità di una variante, così da potere essere recepita e appresa dall'osservatore, il che vuol dire recepita al di là dell'intelletto e della psiche, le opere infatti dimostrano la loro funzionalità come ''oggetti preposti a uso mentale''. Un quadro dunque veniva equiparato, per la sua funzionalità, a un oggetto di uso comune, ma la cosa più interessante era il legame che accomunava sensibilmente le due cose, ovvero ''una progettazione d'ambiente estetica e pratica per l'uomo contemporaneo''. Max Bill fu un artista di punta che ebbe un notevole riscontro e fu uno dei fondatori, se non primo animatore, di quella corrente conosciuta come Astrattismo concreto. Come pittore, dopo un esordio che toccò diverse correnti legate al Bauhaus, soprattutto a Paul Klee, ebbe un netto interesse verso le composizioni geometriche astratte e le interazioni di colore. Dalle composizioni degli anni quaranta, chiaramente ancorate a De Stijl, Bill si approssima al suo stile personale, ricercando attraverso tentativi a volte divergenti. Di questo periodo si rammenta un quadro come "Illimitato e limitato" del 1947, realizzato con tecnica a spruzzo, assai differente da quelle successive. È sul finire degli anni cinquanta che la sua pittura giunse ad un punto di feconda creatività. La sua pittura si espresse in piccole e grandi tele campite da superfici geometriche semplici, rettangoli e triangoli, con giustapposizione di colori primari. Bill fu uno sperimentatore instancabile di composizioni che, al di la di una visione superficiale, dimostrano la infinta versatilità dell'arte astratta. La tecnica pittorica preferita fu una stesura a spatola. Ciò per ottenere superfici lisce, che nel caso di Bill giungono a tale estrema raffinatezza tecnica dove la fattura a mano si scorge appena. La sua pittura fu particolarmente adatta ad esprimersi anche attraverso la serigrafia che Max Bill produsse in notevole quantità.

Bibliografia/ Riferimenti:
Buchsteiner/Letze; Max Bill, pittore, scultore, architetto, designer - Edizione ELECTA 2005 (pag 124 - 127 - 218)