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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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lunedì 5 dicembre 2011

Olivetti not only typewriter

"Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale."
Ettore Sottsass,  Nel mondo degli oggetti, conversazione del 10 Marzo 2004, "Domus", n.869, Aprile 2004.



Fu l’ingegnere Camillo Olivetti nell’ Ottobre del 1908 a fondare ad Ivrea la prima fabbrica di macchine per scrivere italiana, anche se nel paese esistevano già una serie di agenti che diffondevano le marche americane (Remington, Monarch, Oliver, Royal, Corona, Underwood ed altre). L’ingegnere Camillo Olivetti, insieme a soli venti operai dopo quasi tre anni di studi e progetti, nel 1911 finalmente fu  in grado di presentare il suo prodotto: è la M1, la prima macchina per scrivere italiana, la quale fu presentata al pubblico per la prima volta all’Esposizione Internazionale di Torino nel 1911.  Negli anni a venire la produzione di macchine per scrivere si ridusse al minimo e si costruirono giroscopi per siluri. 
A Camillo Olivetti successe il primogenito ingegnere Adriano, che venne assunto nel 1924 come operaio. Usare una macchina da scrivere significa prima di tutto stabilire con lo strumento una relazione. Come girare la chiave in una serratura, come impugnare un paio di forbici e dosarne la pressione, la relazione che si instaura è di tipo fisico e meccanico, e in questo caso si traduce nell’impressione di un grado di tensione sul foglio bianco, ovvero nella possibilità di affidare alla scrittura la traccia anche materiale di un’enfasi. Rumore di tasti, giochi di leve e tiranti, hanno dettato fino a pochi anni fa il ritmo delle narrazioni, hanno scandito i tempi e caratterizzato le modalità del giornalismo, e in Italia hanno segnato l’inizio della favola Olivetti. Olivetti significa macchina per scrivere e macchina per scrivere significa M20, modello successivo della M1 e antecedente alla M40. Ma le vere novità sono la MP1, prima macchina per scrivere portatile, e la Studio 42, prima macchina semi-standard.


 






  La MP1 non è pensata solo per il lavoro negli uffici: maneggevole ed elegante, può essere utilizzata dovunque, a casa, in viaggio, all’aperto.








 La Studio 42 è venduta in una valigetta di legno con manico per facilitarne il trasporto








Segue la macchina per scrivere M 80, in seguito ribattezzata Lexikon 80 con una forma più arrotondato, facendo di questo modello un esempio di design italiano degli anni '50 delsecolo scorso.

Siamo negli anni ’50 quando entra in produzione il primo grande successo della ditta di Ivrea: Lettera 22, Progettata da Marcello Nizzoli in collaborazione con l’ingegnere Giuseppe Beccio, è il primo esempio di macchina portatile, pratica, leggera e maneggevole, venduta in una custodia con maniglia, prima di cartone e poi in similpelle. 

















Instructions for the use of the Olivetti Lettera 22 typewrite.

Tra la produzione Olivetti si annovera anche il nome di Ettore Sottsass, che alla fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 contribuisce al design, estremamente innovativo, del primo calcolatore commerciale a transistor del mondo:  ELaboratore Elettronico Aritmetico, ELEA 9003.  Ma il contributo di Ettore Sottsass non finisce qui.  Il secondo atto di questa rivoluzione di idee coincide con la messa in commercio di Valentine. La forma delle cose, fino alla fine degli anni ’60, era rimasta fedele a certi dettami, arrivando a quei tempi senza grandi scossoni. Ed è proprio in questo mondo di colori noiosi e oggetti amorfi che irrompe Ettore Sottsass, con le sue plastiche laminate, forme sensuali e brillanti, e con in tasca l’idea che la seriosità di uno strumento di lavoro e l’ironia di un giocattolo potessero convivere nello stesso oggetto. 


Ecco le parole dello stesso Sottsass: «La portatile, oggi, diventa un oggetto che uno si porta dietro come si porta dietro la giacca, le scarpe, il cappello, voglio dire queste cose alle quali si bada e non si bada, […]. La Valentine l’abbiamo disegnata pensando un po’ a queste cose e pensando che una biro, un cappello, una giacca, una portatile, possano anche far parte, a un certo punto, di un tipo di ritmo, un catalogo di valori, di una misura di spazi che non siano inevitabilmente quelli della proprietà, del sussiego, della continuità, della definizione e tutte queste cose, ma possono anche essere gli ambienti, gli spazi, i ritmi, le dimensioni e i valori di una continua creatività, della permanente sconfessione e ricreazione dei linguaggi, di un permanente spostamento degli equilibri e alla fine di una specie di gioco di strizzatine d’occhio, di strette di mano, di passaggi di idee, di proposte». 

A quarant’anni dalla sua prima comparsa nella storia del design, la macchina da scrivere portatile Olivetti rinasce un’altra volta in formato hi-tech.  
Per concludere, anche se non ultima…
 
 ...quella macchina da scrivere usata da mio papà non era altro che un Olivetti Lettera 35, un pezzo di design del 1975 disegnata da Mario Bellini.  
OLIVETTI NOT ONLY TYPEWRITER... 
Modularità dei componenti e semplicità del design per un sistema di arredamento che si adatta alle più diverse esigenze degli ambienti di ufficio.
"La Serie 45 può essere considerata come uno dei più completi sistemi per ufficio oggi sul mercato. Comprende una serie di attrezzature per la famiglia delle macchine elettroniche Olivetti, un pacchetto complessivo di mobili per ufficio (tavoli, scrivanie, sedie impilabili, basi, cassettiere) ed un assortimento di accessori che vanno dal portaombrelli ai supporti per il telefono. Si tratta di un completo e consistente vocabolario di arredo per uffici innovativo al punto di essere muto nel design, ma spiritoso in alcuni dettagli e raffinato e rigoroso nell'uso del colore. E' anche raccomandabile per il suo prezzo". Il carattere qualificante nella progettazione della Serie 45 probabilmente risiedeva nella ricerca di soluzioni sempre più razionali per l'arredamento degli ambienti d'ufficio; ricerca ispirata e guidata nei primi anni '70 da Ettore Sottsass, con la collaborazione di diversi designer. Incaricato di progettare, dopo il design dell'Elea e di alcune macchine per scrivere, quello di tutti i prodotti elettronici, aveva maturato l'idea di costruire uno schema generale di  riferimento dimensionale che potesse essere utilizzato per qualsiasi prodotto per ufficio; la soluzione venne identificata nella costruzione di una specie di griglia strutturale che avrebbe dovuto essere in grado di contenere e integrare i volumi tecnici delle varie apparecchiature elettroniche. Questa impostazione non ebbe grande successo. Ma se con le apparecchiature elettroniche il progetto di Sottsass ebbe scarso successo, quando la stessa idea venne trasferita all'ambito dei mobili per ufficio, prodotti dalla Olivetti Synthesis, le cose andarono molto meglio e il progetto risultò vincente. L'idea di fondo era quella di un modulo tridimensionale su cui dimensionare sia i mobili che gli arredi per l'ufficio, avendo presenti anche gli spazi dedicati alle macchine, ai telefoni e agli altri oggetti che sui mobili di un ufficio devono trovare posto. Nel modulo pensato da Sottsass la misura di 45 centimetri rappresentava un riferimento base; da qui, la denominazione di "Serie 45"
  
La Serie 45 è articolata in oltre 100 i componenti che consentono un'ampia varietà di soluzioni: tavoli e scrivanie di diverse dimensioni, tavolini per calcolatrici e macchine per scrivere, sedie, cassettiere fisse o su rotelle, armadi e classificatori verticali, pannelli divisori snodabili per l'arredamento degli uffici "open space", numerosi accessori da tavolo o da pavimento (portamantelli, portaombrelli, cestini per la carta, vaschette portadocumenti, portaoggetti, mensole reggitelefono, posacenere, ecc.). 

Verso la metà degli anni ’60, in Olivetti inizia la produzione di una serie di articoli omaggio originali, spesso realizzati nelle stesse fabbriche aziendali. Nella maggior parte dei casi sono oggetti disegnati da Marcello Nizzoli e Giovanni Pintori, a cui si devono il design e la grafica di tanti p
rodotti, m anifesti e pubblicazioni Olivetti.  Il tagliacarte di Marcello Nizzoli, prodotto nel 1960, diventa uno dei simboli dell’Olivetti che avvia la produzione di una serie di oggetti di design da donare come omaggi natalizi, tra cui, anche, il Barattolo portamatite in melamina dell’Olivetti con raffigurati i disegni del designer e artista belga J.M. Folon







Personal computer M20 è il primo PC prodotto dalla Olivetti, basato su un'architettura proprietaria. Il design è curato da Ettore Sottsass, Antonio Macchi Cassia e George Sowden.


 

Computer M10 è il primo portatile della Olivetti. Il design di Perry A. King e Antonio Macchi Cassia è particolarmente attento all'ergonomia, in particolare con il display a cristalli liquidi (8 righe x 40 caratteri) orientabile per favorire la leggibilità.

Dal pallottoliere alla calcolatrice meccanica

 Il calcolo non entra in Olivetti come prodotto a se stante, ma come funzione aggiunta alle macchine per scrivere. E’ l’inizio di una nuova produzione, quella delle macchine contabili che scrivono e consentono calcoli in senso verticale e due conteggi in senso orizzontale. Quando la Olivetti decide di intraprendere la strada delle macchine da calcolo, sul mercato mondiale coesistono macchine scriventi, che stampano i risultati, ma consentono di fare solo somme e sottrazioni, e macchine non scriventi che eseguono tutte e quattro le operazioni, ma si limitano a presentare i risultati in appositi quadranti.



 







 MC 4M Multisumma  è una moltiplicatrice scrivente elettrica in grado di effettuare addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. Il progetto è di Natale Capellaro, mentre il design è curato da Marcello Nizzoli. 
   
Divisumma 24 in grado di eseguire tutte e quattro le operazioni. Qui presentata con e senza carrozzeria per rendere visibili i complessi meccanismi cinematici della macchina. Era all'avanguardia tecnologica per i suoi tempi ed ebbe uno straordinario successo commerciale in Italia e sui mercati internazionali.

Olivetti: un’antica tradizione ergonomica.

Ai progettisti e ai designer vengono chieste nuove competenze. Non ci si accontenta più dell’eccellenza tecnologica e dell’eleganza formale: il disegno, la forma della macchina, deve tenere conto, oltre che della funzione a cui è destinata, anche della persona che la utilizzerà. Si riducono perciò i gradi di libertà del designer: la sua creatività deve fare i conti con nuovi vincoli, perché la forma deve essere compatibile nel miglior modo possibile con vari parametri e misurazioni riguardanti la fisiologia della mano o della spina dorsale, della vista, dell’udito, ecc. Accanto al designer nasce la figura dell’ergonomo.

L’attenzione alle condizioni del lavoro fa parte delle caratteristiche storiche dell’Olivetti, che ha sempre chiesto agli architetti che progettavano i suoi uffici e stabilimenti di pensare ad ambienti di lavoro moderni, luminosi, gradevoli per chi vi deve passare giorni di lavoro. Anche nella progettazione delle nuove macchine l’Azienda è sempre stata molto attenta alle esigenze di chi le avrebbe dovuta utilizzare. Si può quindi affermare che l’Olivetti ha sempre avuto una sensibilità ergonomica, qualità d’altra parte indispensabile per chi produce macchine per l’ufficio.


 

A partire dagli anni  ’40 questa sensibilità diventa più sistematica e consapevole. Le operazioni che un utente compie su una macchina per scrivere o da calcolo vengono controllate nei diversi aspetti visivi e funzionali e di conseguenza i designer si sforzano di adattare le forme e le funzioni delle macchine progettate. 
Le cure maggiori sono dedicate alle tastiere: si riducono gli angoli di inclinazione, si modifica il raggruppamento dei tasti, si introduce il colore per i tasti funzione, ecc. E poi si studiano forme più comode e anatomiche per manopole e leve di comando, si introducono leggii e display per facilitare la digitazione e il controllo del lavoro.  
Grande attenzione viene dedicata ai mobili per ufficio prodotti dalla Olivetti Synthesis: sedie, scrivanie e tavolini per le macchine devono consentire all’operatore posizioni di lavoro corrette, ottimali ai fini del lavoro e non dannose per la salute fisica.