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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

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martedì 21 febbraio 2012

E. Mari e il Portacenere Borneo, produz. Danese, 1966 e E. Mari e la Zuccheriera Java,prod. Danese 1968

 E. Mari e il Portacenere Borneoproduz. Danese, 1966
"Nel 1966, fumo due pacchi di sigarette al giorno e decido di progettare un portacenere perfetto e definitivo. Deve contenere comodamente quaranta mozziconi, essere stabile, afferrabili con una sola mano, facilmente lavabile, possedere un bordo idoneo all'appoggio della sigaretta e un'area che ne faciliti lo spegnimento. Tra i primi schizzi e le fasi intermedie di progettazione passa un anno, durante il quale continuo a chiedermi che senso abbia realizzare uno strumento perfetto per un vizio. Il giorno in cui ricevo il primo esemplare del Borneo, smetto di colpo di fumare. Dopo quindici anni, ho ricominciato a usarlo per i miei sigari. E comunque, nel frattempo, sono stato costretto a progettare un' altra dozzina di posacenere...Il primo era ineccepibile per forma e funzione, gli altri spesso solo per forma, visto che il mercato ha bisogno di esasperare all'infinito le funzioni, anche a costo di inventarsele." Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo,  ediz. MondadoriMilanomarzo 2011, 1a ediz., cap. VI, pag. 57
Il  posacenere è un'applicazione esatta di stampaggio, forma semplice è percettivamente qualificata non tanto dall'eccentrico e dalla zona obliqua di spegnimento, quanto dal minimo gradiente inclinazione sul bordo-appoggio.


Enzo Mari, “Borneo”, 1967, melamina non infiammabile, Ø cm 12,5x6,5h, prod. Danese-Milano
Link di riferimento testo:

Link di riferimento immagini:

E. Mari e la Zuccheriera Java,prod. Danese 1968
"Nel 1968, Danese manda in produzione la zuccheriera Java, nata tre anni prima come modello artigianale in PVC. Si è deciso di tradurla in oggetto industriale, in melanina stampata per alimenti, con il sogno di mettere a punto uno standard contemporaneo: perfetto e di larghissima diffusione."
Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo,  ediz. MondadoriMilanomarzo 2011, 1a ediz., cap. VI, pag. 57

"Progettare è un atto di guerra, non un gioco". 
Critico feroce dell`immagine idilliaca e rassicurante dell`italian design, secondo cui progetto, metodo di produzione e mercato si conciliano nel superiore interesse dell`utente, modello che, comunque, comincia ad entrare in crisi negli anni Settanta, Mari è considerato da molti la coscienza del design italiano.
Attivo dagli anni Cinquanta come artista d`avanguardia, si dedica parallelamente all`attività progettuale nella grafica, nel disegno di oggetti e prodotti industriali, allestimenti e mostre.
Lunga e fattiva la sua collaborazione con Danese, per la quale disegna decine di best-seller, dai calendari agli appendiabiti, dalle porcellane ai vetri.
Gli vengono assegnati ben quattro Compassi d`oro, espone alla Galleria d`arte Moderna di Roma, al Moma e allo Stedeliyk Museum di Amsterdam. La sua vena, polemica ed ironica al tempo stesso, non ha mai ceduto alle lusinghe del successo commerciale, affermando che la pulsione al progetto è uno dei bisogni fondamentali dell`uomo. 

Caratteristica dell'opera di Mari è la continua ricerca e sperimentazione di nuove forme e significati del prodotto, anche in contrapposizione con gli schemi tradizionali del disegno industriale. Autore di pezzi che hanno contribuito in modo significativo a fare la storia del design, non solo italiano.

Anche qualcosa di semplice come un contenitore per lo zucchero può essere una sfida importante per un designer. La zuccheriera Java, realizzata in melammina bianca, costituita da un cilindro basso con un lato angolare. La funzionalità dell’oggetto si risolve attorno al fulcro “cerniera-maniglia”. Questo assommarsi di funzioni ha reso più economico l’oggetto, mediante l’eliminazione di passaggi costruttivi. Il coperchio funziona ad incastro e viene aperto con un solo gesto di     pollice e indice. Alla prima versione in PVC segue quella definitiva in melammina.
Link di riferimento:


Chi ha avuto la pazienza di soffermarsi -con occhio attento- su questo piccolo contenitore, nato per raccogliere cenere e mozziconi di sigarette, avrà trovato, nei casi più rappresentativi, un’eccezionale varietà tipologica di soluzioni interpretative, impostate con equilibrio, in un preciso rapporto tra estetica e funzionalità. Sta di fatto che, sino alla fine del Novecento, dalle colte citazioni delle linee classiche alle geniali intuizioni formali più originali, quasi tutti i progettisti di chiara fama si sono cimentati nel disegno industriale di un posacenere o portacenere che dir si voglia. Un oggetto sempre presente nella nostra esistenza quotidiana. Per i più una cosa che si usa senza quasi guardarla; per gli addetti ai lavori una palestra di idee e di suggestioni che, nella propria ampiezza di proposte, permette sia la più totale libertà di approccio progettuale, sia la più ingegnosa interpretazione fotografica.