"Sono quello che sono per caso o per fortuna e quindi cerco
di collocarmi nel mondo per quello che sono, non di cambiare il mondo per poter
essere quello che sono."
(Ettore Sottsass, intervista rilasciata nel 2001 a Milano, tratta da Maestri
del Design, a cura di D. Duva, M. Invitti, E. Milia, M. Pirola, Bruno
Mondadori editore, Milano 2005)
Non è facile racchiudere in un piccolo oggetto l’opera di
una figura poliedrica e complessa come Ettore
Sottsass.
Designer, architetto, fotografo, pittore, viaggiatore. Sottsass non lo si può inquadrare in
un’unica definizione.
Ed è per questo che per realizzare il mio handmade book
incentrato sul suo lavoro, mi sono immersa in un viaggio attraverso la sua
opera, cercando di toccarne gli aspetti principali, gli episodi che più mi
hanno colpito.
Per prima cosa ho scelto il motivo principale della
copertina del book, ovvero quello della stoffa in cotone Letraset, realizzata per Memphis
nel 1983.
Per le guide del pieghevole la mia scelta ricade invece sul celebre pattern Bacterio.
Procedo quindi per fasi, esaminando di volta in volta un
particolare tema, da ognuno dei quali è scaturita alla fine l'elaborazione del mio rivestimento.
1.IL DISEGNO
“Per poter ascoltare i pensieri, a qualcuno è venuta l’idea di inventare le
parole. Qualcun altro ha avuto l’idea di disegnare segni, in modo da rappresentare
i pensieri, certi pensieri, con la luce, con qualcosa che si vede. Io uso segni. Voglio dire, disegno
sempre e soltanto per rappresentare certi pensieri dai quali sono inseguito.”
(Ettore Sottsass, Milco Carboni, Hans Hollein, Sottsass 700 Disegni, Skirà Editore, Milano, 2005, quarta di copertina)
Il disegno è il principale strumento di
espressione per Ettore Sottsass. Per questo ho scelto di rappresentare la sua
opera principalmente attraverso alcuni dei suoi numerosi schizzi.
2. IL DESIGN E MEMPHIS
“Per me il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la
società, la politica, l`erotismo, il cibo e persino il design.”
(Ettore Sottsass, in occasione della mostra di Memphis all’Arc’74
di Milano, nel 1981)
Come emblema di ciò che Sottsass ha lasciato al mondo del
design scelgo l’opera che preferisco della sua vasta produzione: la libreria Carlton, progettata
per Memphis
nel 1981 e interamente realizzata in
legno e laminato plastico. Sottsass parlando di Carlton la definiva come una “risposta ludica alla necessità di avere
forme solide e godibili: un modo per raccordare, non senza ironia, il sacro e
il profano, la storia e l’attualità, l’archetipo e le sue manifestazioni”.
3.
LA SCRITTURA
“Intanto, piano piano, mi sono drogato con quel
piacere speciale che uno può avere a stampare libri, a depositare un po’ della
vita propria o di chiunque altro sulla carta stampata, a far girare tra la
gente un po’ della vita, a suscitare vita, suscitare pensieri, emozioni, odio,
disprezzo, allegria, conoscenza, forse anche a trovare la propria reale
posizione sul pianeta."
Un altro passo fondamentale per
comprendere l’opera di Ettore Sottsass sono i suoi scritti, dai quali
emergono i molteplici percorsi che hanno segnato la sua vita. Per questa
ragione ho voluto inserire nel mio book una pagina tratta da Un po’ di attenzione (Edizioni Pulcinoelefante,
Osnago, 2003), che con pochi versi, con poche ma incisive parole chiave, riassume
a mio parere, in maniera semplice ed essenziale, la sua personalità, il suo pensiero,
il suo mondo.
4. L’ARCHITETTURA
“Non ho mai pensato di
essere un artista come può esserlo un pittore, perché sono un architetto.”
E’
un'architettura disegnata attorno all’uomo, quella di Sottsass,
antropocentrica, tesa a stabilire un contatto organico tra la natura e la
costruzione, quasi seguendo un'ideale di saggezza contadina ed interpretando i
dettami del luogo.
“Un’architettura per me non è solo qualcosa di esterno. È il disegno di
un luogo dove se entri ti metti a piangere.”
5. I VIAGGI E L’INDIA
“I viaggi
sono stati sempre una ricerca di conferme di zone del pensiero.”
(Intervista rilasciata il
18 ottobre 2002 a Milano, tratta da Conversazioni sotto una tettoia, a cura di Davide
Vargas, Clean, 2004)
La curiosità è un
elemento chiave della personalità di Sottsass. Quella stessa curiosità
testimoniata dai suoi lunghi emblematici viaggi, tra cui quello decisivo in India.
“E' talmente vasta
questa cultura indiana, questa civiltà, questo modo di essere, questo teatro
indiano e uno dice : ci può essere un altro modo, qui non c'è, lì c'è, quindi
ci può essere; ci può essere, mettiamo, un altro modo di trattare i fiori, o un
altro modo di morire, un altro modo di nascere, non so bene, ma ci possono
essere altri modi di vivere.”
(Intervista rilasciata il 18 ottobre 2002 a Milano, tratta da Conversazioni sotto una tettoia, a cura di Davide Vargas, Clean, 2004)
Durante il viaggio in India, Sottsass entra a contatto col
concetto del sacro. Da esso nascerà
la collezione Bharata del 1988, che
egli dedicò proprio agli artigiani indiani e che ho deciso di inserire nel mio
book attraverso il tavolino Gopuram.
"Il concetto di sacro è indecifrabile. La sensazione del
sacro l'ho avuta particolarmente in India, con certi templi di pietra nera. Ma
il sacro non riguarda tanto gli oggetti, quanto la vita umana."
(Ettore Sottsass, estratto da un'intervista a Repubblica il 5 dicembre 2007)
Link di riferimento:
http://www.bitculturali.it/online/?p=1691
http://www.archimagazine.com/asott.htm